Oltre i 200 metri. Sguardi femminili sul cammino dell’Angelo.

Mi state chiedendo in tantissimi come sia il rientro a casa.

Sincera, sincera? Sono totalmente disorientata. Mi sento in balia della vita come non mai. In me si manifestano emozioni di ogni tipo.

Sono contenta, direi felice, di essere a casa coi miei figli e mio marito. Mi sento amata, protetta, al posto giusto.

C’è una parte di me che è in balia del sentire, un sentire tanto forte da bloccare ogni azione e movimento: non ci crederete ma sto camminando pochissimo!

C’è una parte che desidera profondamente essere libera, libera da ogni condizionamento e regola, e che parla evidentemente della natura dell’Anima.

E poi c’è ancora molto altro di cui non so ancora dire…

Siccome non so come l’elaborazione di questa esperienza modificherà le mie giornate, onde evitare di perdermi e di cadere in un baratro di nostalgia e di indecisione ho deciso di riprendere la mia routine, in attesa dei nuovi progetti che mi frullano in testa.

Scriverò un libro ad integrazione del blog, come tanti mi hanno chiesto, che si intitolerà “Oltre i 200 metri. Sguardi femminili sul cammino dell’Angelo”, e mi occuperò di una nuova edizione de “Le Avventure di Iosono e Amato” che oramai non si trova più in commercio.

Poi riprenderò le sedute con tutti coloro che desiderano contattare la loro parte più profonda, Io sono, per ritrovarsi, per stare bene, per crescere. Gli strumenti che uso sono molteplici, ipnosi, strumenti vibrazionali, trattamenti fisici. A pieno titolo sento di essere una Terapeuta Olistica e non occuparmi del benessere a 360 gradi significa negare una parte di me.

Riprenderò a ricevere qualche giorno a settimana a Lecco a Spazio Margherita e gli altri giorni a Merate, a casa mia, dove sto allestendo un nuovo piccolo studio.

Inoltre continuerò ad insegnare a tutti coloro che desiderino intrapprendere professionalmente la strada della conoscenza dell’energia e del lavoro con le emozioni e la meditazione profonda.

Mi fa piacere incontrarvi e mi fa piacere lavorare, anche perchè molto prosaicamente la vita costa, nonostante io abbia imparato ancora più di prima ad affidarmi. Ho voglia di tornare a crescere attraverso le vostre vite e le consapevolezze che insieme potremo acquisire. Il resto poi si vedrà! Se avete intuizioni o progetti interessanti che sentite possano riguardarmi, fatemeli sapere…

Fabrizio Winki (l’aquila)!

Al confine tra l’Abruzzo e il Molise c’è una piccola grotta dedicata a San Michele. Qui l’energia è fortissima, quasi oserei maggiore che a Monte S.Angelo. La senti salire lungo la spina dorsale, passare dal cuore ed attivare braccia e mani. Infatti l’acqua di questo luogo è taumaturgica. Cola lungo la grotta e crea piccole concrezioni.

Qui incontriamo Fabrizio, l’uomo che un mese prima di me, ha avuto lo stesso invito: camminare lungo la linea dell’angelo. Lui l’ha fatto in modo rigoroso, preoccupandosi di toccare col suo passaggio tutti i luoghi dedicati a Michele, quasi a riattivarne l’energia. Io ho camminato con la consapevolezza di portare lungo il mio cammino, ovunque fossi, l’energia di Michele, quasi a diffonderne l’energia in tutta Italia. Lui ha percorso l’antica via micaelica, cercandola tra boschi e paesi sconosciuti; io ho percorso la via dei pellegrini raccontando a tutti della via micaelica, ascoltando le confidenze di chi aveva bisogno di ritrovare unità in se stesso. Due funzioni diverse sotto un’unica guida.

Ci incontriamo qui e ci scopriamo simili nella vocazione di seminare piccole consapevolezze, di unire, di creare connessioni e collegamenti tra le persone, di offrire esperienze significative per l’anima. Ci raccontiamo il reciproco viaggio, le difficoltà, le scelte compiute. Ci scopriamo complementari: lui girovago libero cittadino del mondo con amici in ogni dove, io sedentaria ad accudire “la famiglia dell’anima” che mi è stata affidata. Entrambi amiamo molto le nostre persone. Entrambi costruiamo ponti e agevoliamo i cammini.

Sicuramente c’è qualcosa che ci accomuna e ci permette di essere efficaci strumenti dell’energia di Michele. Per ora non so dirvi esattamente cosa ci rende entrambi figli di Michele, però ascoltare lui permette a me di guardarmi con onestà. Ancora grazie! Grazie Fabrizio, benvenuto nella mia vita!

Sorpresa!

Pensavo di poter gentilmente lasciar cadere in disuso questo blog ma evidentemente non è ancora il momento. L’energia dell’Arcangelo Michele sta ancora lavorando e si sta ancora servendo di me per svelare qualcosa degli altri piani, quelli che comprendiamo a ritroso leggendo le sincronicità, con l’emisfero cerebrale destro, usando la nostra intelligenza intuitiva ed interpretando il significato simbolico degli eventi.

Quello che sto per raccontarvi ha dell’incredibile e rende concreto quanto ho avvertito durante il cammino, che ho cercato di narrare e che ho ripetutamente detto a chi camminava con me: il viaggio non è nostro, ma è pensato da un’altra intelligenza che si serve di noi. Noi siamo semplici strumenti.

Ieri mi telefona Luciano, il caro ingegnere che ha pensato il Cammino della Pace, dicendo che è nello stesso bar a Lanciano in cui abbiamo preso insieme un aperitivo, con Fabrizio, un uomo che in pieno lock down, l’11 maggio, ha sentito l’esigenza di partire dalla Sacra di San Michele per raggiungere Monte S. Angelo, dove arriverà tra poco.

Il suo cammino dalla Garfagnana si è spostato verso l’Umbria e poi, con pause e divagazioni, ha raggiunto il Cammino della Pace. Anche lui ha cambiato strada rispetto al progetto originario, anche lui ha camminato con amici, anche lui ha narrato in radio e sul web i suoi incontri. Le parole che usa nel raccontarsi e i pensieri che condivide sono gli stessi miei!

Un progetto identico al mio, ma al maschile: più spartano, più lungo.

Sono incantata e stupita, ci sentiamo al telefono e poi in videochiamata. Desideriamo incontrarci! Luciano è più sorpreso di noi! Tutte le vie sono aperte! Tutto converge al Cammino della Pace! Michele ha aperto la strada!

Questo evento mi incanta perchè davvero dice che il progetto divino è sempre più grande di noi. Dice che la totalità è sempre fatta di due polarità e che, per quanto ci impegnamo, finchè siamo incarnati, ne rappresentiamo solo una. Però ci ricorda che nell’universo c’è sempre anche l’altro polo che dà completezza, secondo la perfetta espressione divina. Inoltre mostra che nessuno di noi è titolare o proprietario di nulla e che ogni idea di luce deriva direttamente dalla Coscienza, dalla quale attingiamo se siamo in consapevole Unità. Infine mi mostra che l’energia dell’Angelo continua a lavorare attraverso di noi e se continueremo a stare in apertura continuerà a sorprenderci. Perchè non c’è nulla da fare se non portare a noi solo un semplice ricordo, una memoria, un barlume di ciò che siamo, che saranno sufficienti per ricordarci che siamo pienamente e regalmente Figli di Dio.

Fabrizio ti accompagnamo nell’ultimo tratto del tuo cammino♡.

Il mio corpo

Sono giorni di ricapitolazione dell’esperienza vissuta, di ringraziamento, di ridefinizione del mio centro. Sono giorni dedicati alla famiglia e alla riscoperta dei nuovi noi. Due mesi distanti si sentono e necessitano di tempi dolci di ascolto reciproco. Il cambiamento in me è talmente evidente che sta cambiando anche la pelle delle mani, oltre ovviamente a quella dei piedi e del resto del corpo.

Non ho un rapporto sereno col mio corpo perchè dalla nascita dei miei figli, e dopo aver subito quattro interventi chirurgici in tre anni, è cambiato molto, lasciando nel passato la bellezza che aveva accompagnato la mia gioventù.

Inoltre nel 2010 si è palesata una malattia genetica che ha reso complesso pensare al mio corpo come ad un alleato prezioso.

Eppure questo corpo così dolente e diverso da come io lo penso, mi ha permesso di portare a termine un viaggio che corpi molto più sani e smaglianti del mio faticherebbero a concludere. So che è l’unione di corpo, mente e spirito che permette di centrare ogni risultato, eppure questo mio corpo negli ultimi anni l’ho proprio dimenticato. Gli ho detto che è brutto, grasso, che fa male, che un tempo era bello mentre ora…

E lui imperterrito, senza dar retta alle mie critiche, ha camminato passo dopo passo, facendosi sempre sentire con qualche dolore caso mai corressi il rischio di dimenticarmi di lui, ma sempre senza mai restare indietro, senza cedere. Anzi si è messo umilmente al servizio di mente e spirito, come un animale da soma che svolge il suo compito.

In onore del mio corpo e della dimensione più densa di tutto ciò che c’è, cioè la materia, oggi festeggio con una mia foto in costume da bagno. Non ne vedrete mai più, ma oggi, a conclusione di questo percorso di totale unità, è necessario che io esprima apertamente la gratitudine per il corpo che vesto, per la sua imperfetta bellezza, per la sua forza, per la sua devota tenacia nei confronti dell’Anima e del suo progetto! È ora che io smetta di vergognarmi di lui, pensando alla bellezza passata. È ora che io sia orgogliosa di questo suo/nostro modo di essere!

Grazie, grazie, grazie corpo!

La festa

Quando arrivi in fondo ad un’impresa importante è fondamentale, necessario, vitale, festeggiare cioè celebrare quanto avvenuto, non come espressione personale ma come manifestazione della vita, della perfezione divina che si esprime attraverso di noi.

Tre giorni di festa: Santa Chiara, l’arrivo a Monte S. Angelo e il cinquantesimo compleanno, conclusi con una festa contadina in semplicità e amicizia.

Maria Chiara, che ha camminato con noi negli ultimi giorni, è una guida turistica che si occupa di promozione del territorio. Al nostro arrivo in Puglia ci ha fatto trovare lo zampognaro e ieri ci ha organizzato una festa molisana indimenticabile.

Antonio Di Prisco, promotore volontario del territorio, ha aperto la sua casa, invitato gli amici, convocati i musicisti per festeggiare insieme. E mangiando insieme ci si conosce: lui sa tutto dei tratturi, quasi direi che incarna i tratturi, e sa tutto del Molise. Perchè il Molise è una regione piccola ma abbondante, nella quale le colline si buttano dolcemente in mare e si aggrappano fortemente alle montagne.

Mappa dei tratturi

Antonio scolpisce, solo per e sulle pietre del tratturo. Antonio suona la zampogna e l’organetto, solo per chi è in grado di apprezzare le tradizioni popolari. Antonio ama con tutto se stesso la sua terra e a differenza di tanti suoi compaesani che sono partiti, la sua casa è vicino al tratturo.

Antonio e Maria Chiara hanno reso speciale questa giornata di festa. Se desiderate conoscere questa piccola terra molisana contattate Maria Chiara Castriota che vi accompagnerà alla scoperta di un mondo semplice, rurale ma profondamente vivo e genuino che si comprende attraverso le feste paesane che si celebrano scandendo i tempi delle stagioni.

Celebrare la vita è un’arte che qui conoscono e che ho assaggiato in questi giorni. Grazie, grazie, grazie!

Un vero lavoro di squadra

Sono arrivata in fondo! Abbiamo lavorato tutti insieme sulla stessa strada con lo stesso obbiettivo, in totale Unità.

Grazie ad Ovidio che ha risvegliato al mio cuore questo progetto.

Grazie ad Elena che mi ha aiutato a portare a me l’idea e a progettare il percorso.

Grazie a Michele che mi ha aiutato col sito.

Grazie a Luigi, Francesca, Assunta, Stefania, Arturo, Chicco, Elisa, Ramona, Claudia, Eleonora, Jasper, Carmen, Ludovica, Benedetto, Francesca, Maddalena, Fabiano, Sante, Marilena, Carmela, Cristina, Maria,  Mariagrazia, MariaChiara, Lucio, Chiara, Emanuele, Mario, Gennaro e Gabriele, Elena, Guido, Francesco, Giuseppe che mi hanno affiancato lungo la strada.

Grazie a Elisa e Neve che con la loro sensibilità e tenacia hanno donato ai miei passi delicatezza e forza.

Grazie agli ostellanti e a chi ci ha aperto la sua casa con il cuore!

Grazie a tutti coloro che silenziosamente e volontariamente segnano i cammini.

Grazie a Maria del Mar, Elena, Federica, Manuela che hanno vigilato sul mio benessere energetico lavorando da lontano.

Grazie ai colleghi del master che mi hanno mandato tanti pensieri d’amore.

Grazie a mio fratello Alberto, a Silvia, alla mamma e al papà, che hanno percorso col cuore tutto il mio cammino.

Grazie a Luciano, agli amici, ai sindaci e agli amministratori del Cammino della Pace che mi hanno ricoperto d’amore.

Grazie ad Alberto di Radio Francigena che è intervenuto sempre in mio sostegno al momento giusto.

Grazie a Lino che ha creduto nel mio cammino più di quanto ci credessi io.

Grazie a Gianluca, Lorenzo, Alessandro che hanno creduto in me e nel progetto sostenendolo con l’energia denaro.

Grazie ai miei ragazzi Benedetto e Maddalena che hanno rinunciato a me per un tempo lungo.

Grazie a tutti voi che avete letto, commentato e che mi avete mandato pensieri che mi hanno motivato e spronato.

Il grazie più grande va a Luigi, mio marito, che ha creduto in me, mi ha sostenuto, motivato, finanziato, ha percorso l’Italia più volte per raggiungermi, si è occupato delle cose di casa al posto mio, ha organizzato ciò che io non sono in grado di pensare e non mi ha mai fatto mancare il suo amore incondizionato dandomi forza e serenità, permettendo di sentirmi al posto giusto anche se lontano da lui.

Grazie Strada, grazie Vita, grazie frequenza di energia che chiamiamo Arcangelo Michele!

Semel scout semper scout

Ormai è da qualche anno che non sono più censita negli scout. Però camminare, immancabilmente mi riporta alle mie esperienze di route. Nei tanti giorni di solitudine ho camminato mentalmente e col cuore con tanti amici.

Mi ha affiancato spessissimo Barbara, che dal cielo ha vegliato su di me.

Hanno camminato col cuore Davide e Marianna, i miei amici scout di sempre. Ha camminato Francesca, mia ex novizia, da Osnago. Mi ha raggiunto fisicamente Chicco il bergamasco per sollevarmi dalla fatica. Mi ha aspettato a Roma il mio amico Gianluca. Mi ha letto quotidianamente da Lecco mia suocera novantenne. Mi ha sostenuto col cuore Enrico, da Modena. Mi ha raggiunto Elena, da Lecco. Mi ha sostenuto Alberto, da Lodi. Tanti mi hanno mandato un messaggio e si sono fatti vivi, con non poca invidia.

Tutta la mia famiglia è scout. Marito, figli, fratelli, nipoti.

Tanto di ciò che sono lo devo allo scoutismo e alle esperienze vissute ai campi, alle route e poi come capo.

Ecco: tra scout ci si riconosce subito, sopratutto per lo stile essenziale e laborioso, e grazie a questo l’ultima sera del mio cammino la trascorro in una base scout. Siamo ospiti dei capi che gestiscono la base di San Marco in Lamis. Ci permettono di dormire e cucinare al fuoco e lo fanno con noi. Ci permettono di immergerci totalmente nella natura e lo fanno con noi.

Il luogo è incantevole. La base super organizzata. L’energia del posto mi dà serenità. Non avremmo potuto concludere in un modo migliore. Sono colma di gratitudine e di gioia.

Santa Chiara

San Marco in Lamis-San Giovanni Rotondo 10 km

Camminiamo in 11

Dormiamo in una base scout

Camminiamo in luoghi bellissimi, accompagnati da vento leggero e boschi freschi. C’è armonia tra noi e intorno a noi. La tappa di oggi è breve. Ormai respiriamo aria di mare, avviandoci verso la conclusione.

Oggi è Santa Chiara e la meta finale di oggi è proprio il Monastero delle Clarisse. Ho pensato molto alla spiritualità di Chiara, durante il cammino. Chiara, colei che attende. Chiara che ama con costanza. Chiara che vive con dedizione. Chiara che fa dell’immobilità la sua forza. Chiara che può essere sempre trovata, perchè è sempre nello stesso luogo. Chiara che vede oltre la materia. Chiara che materializza ciò che ama.

Ho anche riflettuto molto sulla santità e sulla ricerca di un cammino sempre più vicino a Dio. Non ho conclusioni, nè teorie. Solo riesco a dire che Chiara e Francesco attraversano la vita mia e di tante persone che camminano con me. Sono grata a queste due anime che insieme esprimono i due poli della vita spirituale: uno contemplativo, l’altro attivo. Nella vita incarniamo ora l’uno ora l’altro, ora in equilibrio li integriamo. Quando tornerò a casa, dopo essere discesa a Monte Sant’Angelo, alla grotta nella quale Francesco non si sentì degno di scendere, sarà fondamentale trovare un equilibrio tra queste due dimensioni. Invito anche te a farlo e la natura, il cammino e la meditazione sono la via più semplice che ho trovato.

Giorni di festa

S.Maria Stignano-S.Marco in Lamis Santuario S. Matteo 14 km

Camminiamo in 11

Dormiamo dai frati

Da ieri mi hanno raggiunto molte persone e da oggi camminiamo in 11. Sono giorni di festa e di grande leggerezza. Il cammino in questa ultima parte non è semplice. Bellissimo ma non semplice. Sono stanca, il corpo è dolente e il caldo si fa sentire. Però è allietato dalla presenza di amici. Alcuni appena conosciuti, come quelli dell’Associazione Senza Cemento che ieri sera ci sono venuti incontro e si sono presi cura di noi, altri che conosco da tempo.

Il cammino ha il suo aspetto più interessante, almeno per me, nelle persone. Ora che sto arrivando al termine ripercorro gli incontri avuti, le persone che mi porto nel cuore, gli occhi o i racconti di vita di alcuni compagni di viaggio.

Camminiamo insieme, affiancandoci per un tempo breve o lungo, lasciandoci reciprocamente doni e, prendendoci cura gli uni degli altri, arriviamo alla meta. Nella vita ci incontriamo e riconosciamo. A volte ci scegliamo e non riusciamo più a toglierci dal cuore coloro con i quali siamo entrati in profondità. A volte stiamo insieme per breve tempo ed esauriamo il nostro compito reciproco. Altre volte ci scambiamo poche parole che restano indelebili nella memoria e che ci spronano a proseguire nel cammino.

Incontrarci, riconoscerci, sceglierci, amarci, camminare insieme, salutarci, custodirci reciprocamente, guardarci da lontano, perderci. Tutto è parte del cammino. Tutto è vita. Mancano due giorni al termine di questo mio viaggio e vi confesso che avrò bisogno di molto tempo per ricapitolare quanto vissuto e comprendere come proseguire nel mio cammino.

Per ora celebro il cammino, la vita, l’amicizia, noi! Con Amore!

Le mandorle

Serracapriola-S.Severo 25 km

Camminiamo in 5 più Neve

Dormiamo in un b&b

La tappa di oggi è davvero triste. Per la maggior parte si snoda tra campagne piatte, lungo il tavoliere delle Puglie. Ulivi secolari e vigneti potrebbero rappresentare un patrimonio davvero interessante se non fossero costellati da immondizie che accompagnano ininterrottamente noi viandanti.

Non è una cosa che scrivo volentieri, ed ho già segnalato a chi sta tracciando il percorso questo aspetto critico. Però una tappa simile rischia di inficiare la bellezza di tutto quello che si è incontrato in precedenza. Mi auguro che questo mio commento possa servire per rimediare, l’intento non è assolutamente critico.

Detto questo, come sempre ogni tratto ha inevitabilmente qualche aspetto interessante e positivo. Intanto non vi ho detto che ci sta accompagnando Maria Chiara che dopo averci adottato nei giorni di pioggia, ci sta guidando in questo tratto piuttosto complesso. Quindi ci sta svelando i segreti di questi luoghi e delle loro campagne con competenza e semplicità, come se ci conoscessimo da sempre.

Per la prima volta nella mia vita oggi ho mangiato le mandorle raccogliendole direttamente dalla pianta. Lo stupore è stato grande quando mi è stato mostrato come aprirle rosicchiandole. Buonissime! Non sarei più ripartita.

Siccome, anche grazie a questa strada, ho davvero sperimentato che ciò che accade fuori accade anche dentro, e viceversa, mi sono chiesta che significato possa avere questa prima volta con le mandorle.

Il mandorlo è il simbolo della nascita e della risurrezione. È il primo albero a sbocciare in primavera e perciò simboleggia il rinnovarsi della natura, dopo la sua morte invernale. La mandorla, in chiave esoterica, spesso utilizzata simbolicamente anche in arte pittorica, rappresenta il segreto, il mistero che va conquistato rompendo il suo guscio, che protegge il seme.
La mandorla, per la sua forma, è collegata alla matrice, come simbolo di fecondità, di nascita primordiale dell’Universo.

Alla fine del cammino il segreto, la quintaessenza dell’esperienza, è per me ormai svelata. Collegarsi alla matrice è uno dei segreti del camminare. Nascere a sè stessi avviene camminando. Lasciare andare le emozioni antiche per rinnovarsi in una nuova possibilità emotiva avviene muovendo il corpo. Ho capito che al mio ritorno tutto sarà diverso e che il mio lavoro futuro sarà fecondo, ancora più in collegamento con la Matrice, senza dubbio porterà me e chi vorrà vivere esperienze con me, al nocciolo, al nucleo segreto di ogni realtà. Dopo questo cammino sarò fecondamente rinata a me stessa, come il mandorlo che non può essere coltivato in nessun altro modo se non partendo dal seme. Se vorrai farlo io ti starò accanto!